venerdì 23 ottobre 2009

Lottomatica vs. Monte Paschi

Questa mattina appena entrato nel vagone della metro ho sentito un forte odore di zucchero caramellato, stordente e fuori contesto. Neanche il tempo di capire di cosa si trattasse che sono stato abbordato da un ragazza. Forse poco più giovane di me, bassina con i capelli castani e gli occhi vispi. Non so come ha attaccato bottone, perché me ne sono reso conto solo quando già parlavo con lei.
Lei è una che parla molto. Mi ha detto tante cose. Mi ha spiegato che oggi fanno Lottomatica-Montepaschi. Sarebbe? L’incontro di basket. Ah!
Anche se è bassina, lei è sempre stata una grande appassionata di basket. In realtà ha detto “nana”, dice che anzi forse è una grande appassionata di basket proprio perché è sempre stata un po’ nana. Alle medie però era tra le più alte, non la più alta ma tra le più alte; poi il primo ciclo le è arrivato molto presto, lei si è fermata mentre le altre l’hanno superata. Ecco com’è andata.
Io non capivo di quale ciclo parlasse. Me lo ha spiegato ridendo del mio imbarazzo. Ridendo mi ha poi raccontato un po’ tutto: di lei, della pallacanestro, di cosa fa, di com’è fatta, di come pensa che sono fatto io. Insomma ha parlato sempre lei. “Ma tu non parli mai?” mi ha detto. “Certo che parlo, se mi fai parlare!..” ma non gliel’ho detto. Io ascoltavo e camminavo.
Siamo stati insieme tutto il giorno e adesso eccomi qui, al Palalottomatica che facciamo la ola, soffriamo ai rimbalzi e urliamo ai tiri da tre punti.
Mi fa bene urlare ai tiri da tre punti, mi scarica questa agitazione che mi ha preso. Lei dice che dopo l’incontro mi porta a casa sua e mi “fa nero”. Proprio così “mi fa nero” come quel giocatore forte che non mi ricordo più come si chiama. E io, che di ragazze ne ho avute tante e non è certo la mia prima volta, sono terrorizzato: continuo a sentire quell’odore stordente di caramello e ho paura di non saper più fare centro.

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