venerdì 13 novembre 2009

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Mario fermò la macchina nella piazza del paese. Scese, girò lentamente su se stesso, osservando come tutto fosse cambiato.

Era disorientato. In fila davanti a lui era ancora tutto al suo posto: la farmacia, i bagni pubblici, il bar Moderno, i giardinetti polverosi e scialbi, i ragazzini che giocavano a pallone e naturalmente Nanni Merda che dava fastidio alle donne. Perfino le gatte magre come lupe erano quelle di un tempo; anzi alcune lo guardavano diffidenti quasi a riconoscerlo .

Ma al tempo stesso era tutto diverso da come se lo aspettava, da come era fissato nel suo ricordo: niente di puro e natio, ora sembrava solo un piccolo ignobile paesetto, gretto e meschino.

Sputò per terra e con una smorfia di disgusto disse : "Paese di schifo sei e paese schifo eri". Rientrò in macchina e puntò velocemente il selettore su un altro secolo e su un'altra latitudine. Nessuno vide il breve bagliore che accompagnò la sua scomparsa; solo Nanni Merda fece un sorriso ebete ma forse stava semplicemente facendo un peto.

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