domenica 15 novembre 2009

Monia

Oggi ha telefonato una con una vocetta petulante: "Pronto buongiorno vorrei sapere se oggi è possibile visitare la cantina" "Lei chi è scusi?" "Sono Monia F., una studentessa della facoltà di scienze gastronomiche e..." "Mi spiace, oggi non ci siamo".
Rimane un po' come interdetta, la immagino fare una specie di broncio che si intuisce anche nel tono della voce: "Ah ...ma...io".
"Sono spiacente, oggi non ci siamo, riprovi a chiamare, magari per una visita infrasettimanale". "Ecco, sì, magari provo un'altra volta" conclude lei con tono seccato. Ma brutta stronza, ma va' a chiedere di "visitare" un'altra cantina di domenica pomeriggio, poi senti cosa ti rispondono.
Però sono iena e bastardo inside: mi è venuto in mente mentre scrivo che se la vocetta petulante e femminile fosse stata una voce maschile profonda e sensuale che avesse detto "Sono Luca T. uno studente della facoltà di scienze gastronomiche" avrei risposto: "ma venga, venga pure! Tanto noi viviamo qui, sarà un piacere dedicarLe tutto il pomeriggio".
Ma poi chissà, magari Luca T. è l'amico gay di Monia F. e sarebbe venuto con lei,  ma le ha detto: "chiama tu, se il titolare sente una voce di ragazza sicuramente non dirà di no". E così magari ho dato un calcio al pane, vassapé.
Ché sì, la Monia, sicuramente, è innamorata persa di Luca, e per lui farebbe qualsiasi cosa: compreso telefonare al bel produttore che Luca vorrebbe incontrare perché l'ha visto a un salone, e se ne è innamorato perso a sua volta.
Ma il nome "Monia" proprio non lo reggo.

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