lunedì 9 novembre 2009

Quando le stazioni al mattino odorano di dopobobarba

Quando le stazioni al mattino odorano di dopobobarba, i ricordi sono impicci.
Inutili.
Il mondo è lì per te, ai piedi del tuo completo acquistato in saldo.
Ma alla sera, quando sei trasparente, e lo sguardo di chi incontri ti trapassa - e non ci sei per nessuno, non esisti - la vita, quello che sei, è agganciato all'amo di quello che solo i tuoi occhi hanno visto.
Il mondo è lì, non l'hai ancora mangiato. Forse ci sarà tempo domani. O forse no.
Eppure un tempo sono stato un re, ma non me ne ricordo più -.
* * *
Dio quanto mi piaceva lei.
Lei di quella foto.
Era la sorella di una ragazza che stava con un mio amico.
Eravamo a casa sua, - quella del mio amico, quasi fratello per certi versi (e come un fratello l'ho spesso abbandonato, ma cazzo, lui è il maggiore!), in campagna.
Faceva caldo.
Lei della foto mi piaceva da morire, ma era già impegnata.
Faceva l'attrice, niente di fragoroso, ma immagino ci campasse.
Quel pomeriggio abbiamo dormito insieme. Giocava con me, si divertiva. Le piaceva sentire che la desideravo, forse.
Nulla di più.
Però, nel letto, era nuda.
L'ho sfiorata tra le cosce. Un passaggio quasi casuale, (non ci credo che fosse casuale, ma lei non mi permetteva altro, e io, cresciuto su DuePiù di mia sorella, mai mi sarei immaginato che, a volte le donne, dicono una cosa e ne desiderano un'altra. Comunque ancora oggi non so cosa desiderasse).
Però era bagnata. Gli slip erano fradici. Sotto gli slip, ancora di più.

Magari sono stato troppo insistente, non ricordo.
Allora si è alzata per farsi una doccia. E mi ha chiamato perché le portassi un asciugamano. Ma era ancora a metà.
Tutta nuda si è fatta guardare mentre si lavava (ho quell'immagine stampata nella memoria - ricordo l'acqua che scendeva sui suoi piedi).
E poi si è fatta asciugare. Come si asciuga una figlia.

Era come quando si prende la bimba, la si mette in piedi sul tavolo per non fare fatica, la si asciuga e la si riempie di borotalco.
Non mi era ancora capitato, allora.
Non avevo figlie, allora.
Ora sì; e di borotalco sulla passerotta ne ho messo a chili. E sono cresciute bene lo stesso.

Non ricordo bene ma credo che mi abbia anche abbracciato, dopo.
Credo che mi abbia anche abbracciato prima, nel letto.
Credo abbia anche urlato, prima. Nel letto. Quando l'ho sfiorata. Ma forse ricordo male.
Avrebbe anche urlato se io fossi entrato dentro di lei.
Ma non l'ho fatto.

Poi partì per Roma con il suo compagno. Ero già sposato quando mi hanno detto che era morta di cancro.
Aveva più o meno 33 anni.
Sono abbastanza imbarazzante in genere, per quelli che mi conoscono. Però...

Non so, non credo che sia irriguardoso per lei raccontare che una volta, l'ho toccata ed era bagnata.
Neanche mi sembra irriguardoso scrivere che mi piaceva tanto, che l'avrei amata.
Forse.

Ho sempre pensato, che quello fosse un amore incompleto, di quelli "che avrebbero potuto essere e non sono stati" come dice Gozzano, che poi è anche sottovalutato.

Oggi no. Oggi penso che quello sia stato l'amore perfetto. Perché al posto del rancore, lascia almeno lo struggimento.

Ho sempre pensato, che quello fosse un amore incompleto, di quelli "che avrebbero potuto essere e non sono stati" come dice Gozzano, che poi è anche sottovalutato.

Oggi no. Oggi penso che quello sia stato l'amore perfetto. Perché al posto del rancore, lascia almeno lo struggimento.

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