sabato 14 novembre 2009

Wanted

la guardi interrogativo.
ti risponde molto tranquillamente.
Lei è qua, di fronte a te, si è presentata senza avviso e quando l’ hai vista entrare in camera tua come se nulla fosse, un sussulto ti ha fatto alzare di scatto dalla sedia, sulla tua faccia l’espressione di chi ha appena visto un fantasma.
Forse uno scheletro nell’armadio.
Ti fissa con quei suoi occhi cristallini e innocenti, ha bisogno di te e senza pronunciare parola ti sta chiedendo aiuto. Ma tu non capisci, la guardi e ti stupisci del fatto che sia là e del fatto che ancora oggi, dopo tutto questo tempo, un brivido sospetto ti ha percorso nel momento in cui è apparsa ai tuoi occhi.
Non era mai stata prima d’ora a casa tua, ma attraversa la stanza fino ad andarsi a sedere sul tuo letto con disinvoltura inaspettata. Spegni lo schermo del computer e ti risiedi sulla sedia della scrivania, voltandoti verso lei. Si guarda intorno, osserva tutto con attenzione, con curiosità, morbosa di assimilare più cose possibile. Tu non la perdi d’occhio neanche per un istante. Fuori il sole tramonta, il buio si poggia sui palazzi, avvolge le strade, i lampioni si accendono e gettano squarci di ombra dietro ogni sporgenza. Un occhiata fuori dalla finestra e ancora il suo viso, non sai perché, ma ora la vedi sotto una luce diversa, un po’ ti fa paura, seduta sul tuo letto, la immagini distesa, il suo volto dolce, i capelli profumati, la pelle morbida, scacci via quei pensieri, hai paura di cedere e sai che non devi assolutamente. I vostri sguardi si incrociano, leggi nei suoi occhi lo sconforto, forse anche un poco d’ansia e di imbarazzo, ma infondo la puoi capire, si starà pentendo di essere venuta e deciderà di andare via; al contrario il suo imbarazzo è dato dalla tua presenza, che la guardi con sospetto, sente i tuoi occhi sul suo corpo. Ti alzi e le vai incontro mosso dall’istinto di consolarla, ti metti affianco a lei, le posi una mano sul ginocchio. Lei si gira e scruta il tuo viso, impercettibilmente appoggia la sua mano sulla tua, quel contatto scatena in te qualcosa che ha parole non si può descrivere, un tumulto di emozioni spazzano via quella sensazione di disagio che albergava in te ogni volta che l’ hai incontrata in questi ultimi tre mesi. Freddo fuori e caldo dentro.
La guardi per un ultima volta, senti di volerla e lei ti sta dicendo che vuole lo stesso, le cingi la spalla e la fai scendere sdraiata sul letto con te. Ti volti nella sua direzione, cerchi le sue labbra e quando le trovi il desiderio esplode, tutti quei sentimenti che avevi tenuto nascosto per tutto quel tempo ora escono allo scoperto, pronti a farsi riconoscere uno ad uno: gelosia, per tutte quelle volte in cui l’avevi vista con altri e non avevi potuto dirle che doveva stare solo con te, avresti voluto portarla via, ma non hai mai osato, rabbia per averla persa, per il modo superfluo in cui gli altri la guardavano, mentre tu eri riuscito ad andare a fondo, ma non era comunque servito a niente, timore del perderla ancora, sollievo nell’averla appena ritrovata.
Lei, più di tutto, sente la paura di farsi ancora del male, si era imposta di non ricaderci, ma ora che l’ ha fatto, l’unica cosa che potrebbe farla stare male è un nuovo rifiuto. Le tue mani sul suo corpo la spogliano, lei fa lo stesso con te, i vestiti cadono e le lenzuola si disfanno, la senti tra le mani, i suoi capelli ti fanno il solletico, i vostri corpi nudi che aderiscono, le prendi la vita in una presa ferma e la fai tua. Tu dentro lei e lei dentro te. Un'unica cosa. Nessun pensiero osa sfiorare la mente di entrambi; da una parte il cedimento, dall’altra la rivincita. Il battito del cuore di lei accelera smisuratamente, il piacere puro la inebria e non le importa delle conseguenze, lascia che tu la distrugga ancora un po’.

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